dal 19.3.2011 al 26.4.2011 :: Soniche Vibrazioni Computazionali / Studio la città, Verona

Siamo abituati a vedere la tecnologia come il mezzo per raggiungere un fine. Tuttavia, se da un lato la consideriamo un semplice dispositivo per risolvere problemi, allo stesso tempo la carichiamo di simbologie, aspettative e paure.
Ma mentre eravamo impegnati a cercare di definirla, è successo qualcosa che ha cambiato le carte in tavola, modificando per [...]

Siamo abituati a vedere la tecnologia come il mezzo per raggiungere un fine. Tuttavia, se da un lato la consideriamo un semplice dispositivo per risolvere problemi, allo stesso tempo la carichiamo di simbologie, aspettative e paure.

Roberto Pugliese, “Unità minime di sensibilità”, 2011. Installazione sonora interattiva, Speaker, circuiti, computer, schede audio, cavi, connessione internet. Dimensioni variabili. © Photo Michele Alberto Sereni

Ma mentre eravamo impegnati a cercare di definirla, è successo qualcosa che ha cambiato le carte in tavola, modificando per sempre lo scenario: tecnologie ed esseri umani sono diventati intimi. Con l’avvento dei personal computer, e poi con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici – per non parlare di protesi e biotecnologie – abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con le macchine a un livello diretto ed empatico: sono entrate a far parte della  nostra vita quotidiana, modificando i pensieri, i gesti, le abitudini, mediando i rapporti interpersonali. Questa  mutazione, passata a lungo inosservata, è invece fondamentale per comprendere quanto sia problematico oggi  definire un confine tra naturale e artificiale; quanto i nostri corpi e le nostre menti siano inestricabilmente legati al linguaggio digitale, filtro concettuale e principio guida della contemporanea visione del mondo. L’arte elettronica – per usare un’etichetta poco precisa ma utile a definire il contesto – è stata fondamentale per analizzare e raccontare queste complesse relazioni: tra analogico e digitale, organico e inorganico, naturale e tecnologico. Nel caso delle opere di Roberto Pugliese, la macchina – e più nello specifico, il software diventa un dispositivo al servizio della vita. Un sistema per “catturare” le energie della natura e canalizzarle all’interno dell’opera d’arte, che diventa così un oggetto vivo, mutevole, imprevedibile. Ma lungi dallo smaterializzarsi, un processo che spesso attiene all’arte tecnologica, l’opera manifesta prepotentemente la sua fisicità ed esprime una qualità scultorea, quando non addirittura monumentale.

Valentina Tanni, 2011

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Sede: Studio la città –  Lungadige Galtarossa 21 – Verona
Date: 19 Marzo – 26 Aprile 2011
Orari: Dal Martedì al Sabato, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Vernissage: 19 Marzo, ore 11.30
Autori: Roberto Pugliese
Curatore: Valentina Tanni
Note: In occasione dell’inaugurazione, Valentina Tanni e Roberto Pugliese introdurranno al pubblico la mostra.
Info: Tel. +39.045.597549 | Fax +39.045.597028 | www.studiolacitta.it | www.artnet.com/citta.html | lacitta@studiolacitta.it
Genere: Personale, Installazioni sonore

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