dal 1.6 al 18.9.2011 :: MARISA MERZ. Non corrisponde eppur fiorisce / Fondazione Querini Stampalia, Venezia

La mostra alla Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola, nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz e ha il sostegno di Pirelli & C. SpA, socio fondatore della Fondazione Hangar Bicocca. Partner istituzionale la Regione del Veneto.
Nella primavera del 2006, l’artista è stata ospite della Fondazione Querini Stampalia in residenza, elaborando [...]

La mostra alla Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola, nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz e ha il sostegno di Pirelli & C. SpA, socio fondatore della Fondazione Hangar Bicocca. Partner istituzionale la Regione del Veneto.
Nella primavera del 2006, l’artista è stata ospite della Fondazione Querini Stampalia in residenza, elaborando una serie di suggestioni che sono confluite in un progetto espositivo specificamente ideato per l’Istituzione veneziana: nel palazzo della Fondazione verranno così raccolte, in occasione di questa mostra, opere storiche e opere inedite che tracciano il suo percorso negli ultimi anni. L’esposizione si sviluppa all’interno del Museo.
Le opere di Marisa Merz, intime e visionarie, potranno così dialogare ed entrare in una relazione pregnante con alcune delle opere esposte nelle sale del museo, dai ritratti alle sacre conversazioni, fino ai racconti mitologici. Lungo questo percorso espositivo incontreremo soprattutto opere di Marisa Merz focalizzate sul disegno, tracciato a grafite su tela o a pastello e cera su cartone in uno stile sintetico e a volte evanescente; alcune delle sue “Testine” in argilla cruda potranno rispondere a quella sempre citata relazione con Medardo Rosso mettendosi realmente di fianco al volto del Bambino di questo artista, presente nella collezione del museo della Querini.
Il tema del volto, uno dei più significativi dell’opera di Marisa Merz, diventa centrale di tutta l’esposizione veneziana. Tema che rappresenta una traccia dello spirito umano, emergente nel momento unico e infinito del suo apparire.
Composte da fugaci linee arabescate, le fisionomie delineate dall’artista si distaccano da qualsiasi contesto sociale o narrativo, rivelando configurazioni di segni astratti che sfidano le espressioni di identità individuale, fissandosi in uno stato di sospensione del tempo.
Agendo all’interno di una logica universale, le opere di Marisa Merz riflettono la sua fede nella “durata” dell’opera d’arte, che va aldilà della sua realizzazione materiale superando le limitazioni contingenti di spazio e tempo.
Questa convinzione si renderà ancora più evidente in occasione dell’incontro tra le opere contemporanee e quelle del passato nel Museo della Querini Stampalia.

L’artista e il suo lavoro: Marisa Merz esordisce nel 1966 esponendo nel suo studio di Torino sculture di lamine di alluminio: strutture spiraliformi in alluminio, mobili e irregolari, che oppongono al rigore del minimalismo un’immagine metamorfica, enigmatica, aerea. Queste installazioni, composte da più elementi che dialogano insieme, sono concepite in funzione del luogo specifico che le ospita e sono riproposte successivamente in diversi allestimenti. Fondato sull’interesse per le qualità dei materiali e su una progettualià essenziale, questi primi lavori preparano la partecipazione ufficiale dell’artista al movimento dell’arte povera.
Nel 1968, in occasione della collettiva Arte Povera + Azioni Povere curata da Germano Celant agli Arsenali dell’Antica Repubblica di Amalfi, Marisa Merz espone sulla spiaggia coperte arrotolate e imballate con filo di rame o scotch (Senza Titolo, 1966) e opere legate all’infanzia della figlia Beatrice fatte di filo di nylon, rame o lana. L’artista introduce nel linguaggio della scultura contemporanea tecniche tradizionalmente considerate artigianali o appannaggio del lavoro femminile, sovvertendone perciò la destinazione e attribuendo alle procedure e ai materiali di volta in volta adottati piena dignità artistica.
Raccogliendo la lezione degli assemblaggi di Pablo Picasso [1881–1973] e dei Mobile di Alexander Calder [1898–1976], l’opera introduce nella scultura la nozione del gioco e del piacere marcando ulteriormente la distanza dell’artista dalle strutture primarie, razionali e autorefenziali, del minimalismo.
Anche rispetto al gruppo dell’Arte Povera, perciò, Marisa Merz mostra sin d’ora una sensibilità eccentrica. La componente temporale intimamente presente già nei lavori a maglia acquista una valenza decisiva nelle installazioni successive, nelle quali Marisa Merz procede a raccogliere, combinare e ridefinire proprie opere precedenti. Come accade in Tavole: due tavoli rettangolari sui quali sono collocate le coperte arrotolate del 1966 e una scrivania in legno piena di oggetti raccolti nel tempo dall’artista, opera presentata per la prima volta alla galleria L’Attico di Roma nel 1969 e poi esposta nel 1970 al Museo Civico di Bologna per la III Biennale Internazionale della Giovane Pittura. O come accade nel 1972 alla XXXVI Biennale di Venezia, dove l’artista presenta Ad occhi chiusi gli occhi sono straordinariamente aperti (1975), che riunisce le sculture in filo di rame, la Scodella di sale (1967), Bea e Scarpette (1968).
Usate per comporre discorsi sempre nuovi, queste opere intrattengono tra loro un dialogo serrato, creano un campo di forze scandito dalla presenza di diverse temporalità: quella obbiettiva del presente e quella affettiva del ricordo volontario (quando include tasselli dell’esistenza privata dell’artista) e involontario (quando mostra archetipi legati al mondo femminile).
Dopo la partecipazione nel 1973 alla collettiva Ricerca estetica dal 1960-1970 ordinata in Palazzo delle Esposizioni a Roma nell’ambito della X Quadriennale Nazionale d’Arte, gli interventi di Marisa Merz acquistano un carattere compiutamente.
ambientale nella serie di “stanze” che l’artista contestualmente realizza in spazi complementari: quello aperto e pubblico della galleria e quello sotterraneo e privato della cantina (1977) o del proprio studio (1979). Spazi che l’artista trasforma in un grande mosaico di cui lei stessa è la figura centrale e l’animatrice.
Questo movimento continuo dalla dimensione personale a quella pubblica, secondo un’oscillazione di forme e opere che di volta in volta trovano una loro specifica e sempre diversa dimensione espositiva, costituisce una delle chiavi di lettura principali del lavoro di Marisa Merz.
Da allora l’artista espone le proprie opere solo in occasione di importanti collettive, come la XXXIX Biennale di Venezia del 1980, dove è invitata da Herald Szeemann nell’esposizione L’arte degli anni settanta; Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959, curata al Centre Georges Pompidou di Parigi da Germano Celant nel 1981; Avanguardia. Transavanguardia curata da Achille Bonito Oliva a Palazzo delle Esposizioni a Roma (1982). A Documenta 7 a Kassel, nel 1982, Marisa Merz articola una piccola stanza parallelamente a Meret Oppenheim, inaugurando una modalità espositiva di tipo dialogico a cui ricorrerà più volte negli anni successivi.
Recentemente l’opera di Marisa Merz è stata oggetto di numerose mostre personali museali tra cui: il Museo MADRE di Napoli; lo Stedelijk Museum di Amsterdam; il Kunstmuseum di Winterthur (Svizzera); il Centre Georges Pompidou di Parigi.
Nel 2001 Marisa Merz ha ricevuto il Premio Biennale di Venezia alla carriera.
Recentemente il Centre Internationale d’Art et du Paysage, Ile de Vassivière le ha dedicato una mostra personale.

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Sede: Fondazione Querini Stampalia – Campo Santa Maria Formosa Castello 5252 – Venezia
Date: 1 Giugno – 18 Settembre 2011
Orari: Dal 1 al 3 giugno 2011, dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Aperto Lunedì 6 Giugno 2011, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Dal Martedì alla Domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Chiuso Lunedì
Vernissage: 31 maggio 2011, ore 18.00
Autore: Marisa Merz
Curatore: Chiara Bertola
Catalogo: A conclusione delle due esposizioni (Fondazione Querini Stampalia di Venezia  e Fondazione Hangar Bicocca di Milano) verrà pubblicato un volume con le immagini delle due mostre, che sarà presentato in occasione di una giornata di studi dedicata ai temi sollecitati dalla sua opera
Biglietti: Intero 10 euro; ridotto 8 euro. La visita all’esposizione temporanea è compresa nel biglietto di ingresso alla Fondazione Querini Stampalia
Note: La stessa mostra è esposta anche presso la Fondazione Merz di Torino. Progetto espositivo in collaborazione con la Fondazione Hangar Bicocca di Milano
Info:   www.querinistampalia.it
Ufficio Stampa: Alessandra Canterini |Cell. 335 68 53 767 | alessandrasanterini@gmail.com; Carola Serminato | Cell. 349 12 99 250 | carola.serminato@gmail.com
Genere: Personale, Arte Contemporanea

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