Pipilotti Rist. Partit amistós- sentiments electrònics

Un elisir di amore e di felicità sapientemente preparato da un’evangelista della beatitudine: 13 installazioni video, godibili solo fino al 1° Novembre presso la Fondazione Mirò nel Parc de Montjuïc di Barcellona e offerte dal Centro Culturale Caixa Girona per l’ esposizione che è anche la più grande retrospettiva spagnola della video artista Pipilotti Rist.
Caleidoscopiche [...]

Un elisir di amore e di felicità sapientemente preparato da un’evangelista della beatitudine: 13 installazioni video, godibili solo fino al 1° Novembre presso la Fondazione Mirò nel Parc de Montjuïc di Barcellona e offerte dal Centro Culturale Caixa Girona per l’ esposizione che è anche la più grande retrospettiva spagnola della video artista Pipilotti Rist.

Pipilotti Rist , “Regenfrau (I Am Called A Plant)”, 1999. Installazione audiovisiva (still da video).

Caleidoscopiche immagini fluttuanti, violenti colori psichedelici e seducenti musiche riempiono grandi spazi, invitandoci a distenderci e semplicemente godere del loro fluire.  La sensazione che rimane è di un ricordo infantile di un mondo puro, dove la corporeità si riconcilia con l’intelletto, dove la sensualità del corpo, attraverso la scoperta del mondo, acquista una dimensione quasi spirituale. L’ assenza di narrativa ed i vivi colori, quasi fossero composizioni astratte,  favoriscono l’esaltazione della sensazione. Eliminate ansie, paure e stress, una sola emozione ha il soppravvento: felicità. Sembra che tutto sia disegnato con questo intento; persino la fruizione delle opere, con cuscini e moquette, è progettata attentamente dall’artista svizzera. Dettagli mostrati alla lente d’ingrandimento, però, impediscono alle creazioni di Elisabeth Charlotte Rist, il cui soprannome deriva da Pippi Calzelunghe, di scivolare nel banale newage, dando un tocco di ironia e, allo stesso tempo, di melanconia.
L’emblema di questo sbalorditivo equilibrio è il video blockbuster presente in mostra creato nel 1996 ‘Sip My Ocean’. Un mondo acquatico incantato e allucinogeno, proiettato su due larghe pareti adiacenti e accompagnato dall’intrigante ‘Wicked Game’ di Chris Isaak (già colonna sonora in ‘Cuore selvaggio’ di David Lynch).

Pipilotti Rist, “Sip My Ocean”, 1996. Installazione audiovisiva. Vista dell’installazione presso la Fondazione Joan Miró a Barcellona. Foto: Pere Pratdesaba, Fundazione Joan Miró. Per gentile concessione dell'artista, Hauser & Wirth e Luhring Augustine, New York

Il video rappresenta un corpo femminile libero da censure e barriere nell’oceano, alludendo allo stato più puro del godimento. La voce eccentrica dell’artista, un tempo cantante della banda femminile ‘Les Reines Prochaines’, graffia, però, questo mondo utopico di piacere, richiamando lo stato precario dell’amore e dell’eros per dare un tocco nostalgico e poetico.
Alla mostra vengono anche proposti lavori più recenti come ‘Lungenflügel’ (2009) che prende spunto dal primo lungometraggio dell’artista: ‘Peperminta’ (2009). I personaggi sono una giovane dalla pelle candida e i capelli rossi, un maiale e due lombrichi. Tutti beneficiano di un campo di tulipani rossi, toccandoli, odorandoli e mangiandoli. L’opera è un inno all’imperfezione, marcato anche dalla colonna sonora ‘Wir machen Fehler und das tut gut’! che elogia i nostri errori. Perchè non stringere amicizia con loro? Forse nascondono tesori nascosti, una bellezza inaspettata, un mondo di strana perfezione[1]: la visione di un nuovo giardino dell’eden.

Pipilotti Rist , “Lungenfügel”, 2009. Installazione audiovisiva. Vista dell’installazione presso la Fondazione Joan Miró a Barcellona. Foto: Pere Pratdesaba, Fundazione Joan Miró. Per gentile concessione dell'artista, Hauser & Wirth e Luhring Augustine, New York

Un altro interessante incontro è dato dall’opera ‘Doble Ilum’ (2010), creata appositamente per la mostra: una video installazione proiettata sulla scultura ‘Femme’ di Mirò (1968). La superficie rugosa del bronzo si anima di nuovi affascinanti effetti di luce, in una chiara allusione alla sessualità e alla femminilità.
Dopo un paio di ore con gli insoliti e amichevoli incontri di Pipilotti la mente è libera e leggera, come appena usciti da un caldo grembo accogliente. Meraviglioso antidoto alla recessione globale, questa sensazione ci accompagna fuori dal museo negli incantevoli giardini del Parc de Montjuïc.

Livia Dubon Bohlig

[1] Millà Bernad (2010) Partit amistós. Catalogue of the exhibition “Pipilotti Rist. Partit amistós- sentiments electronics

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2 Commenti

  1. Lulù Palazzetti - commento aggiunto il 31 ottobre 2010 | Permalink

    Artista straordinaria, dal linguaggio assolutamente femminile, perfino nel suo rasentare la performance con i suoi video superavvolgenti e immersivi.
    Fotografia sempre sbalorditiva, forse però il montaggio video, in quanto a soluzioni tecniche, non è sempre molto originale. Ho visto queste opere al MOMA di New York nel 2009, e anch’io ho provato una sensazione di leggerezza e di caldo abbraccio, come di sole di Agosto…e dire che era febbraio!

  2. Cosimo Lari - commento aggiunto il 1 novembre 2010 | Permalink

    a me tecnicamente sembra roba un po’ datata, tipo anni ‘80. la pipilotti comunque è esilarante. “i’m not the girl who misses much” è un vero spasso..

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